Steinway & Sons pronta ad essere quotata in borsa
Merito anche del pianoforte “Spirio” autosuonante che ha conquistato centinaia di persone in tutto il mondo
La rivoluzione tecnologica di Steinway non ha convinto del tutto i puristi del marchio. Eppure, il pianoforte che suona da “solo” grazie ad un sofisticato software in grado di muovere i tasti e di conseguenza i martelletti sulle corde è realtà e sta facendo volare le vendite della più famosa e prestigiosa fabbrica di pianoforti al mondo: Steinway & Sons. A tal punto che l’azienda, pochi giorni fa, ha deciso di presentare richiesta formale per esser quotata dalla Borsa di New York. Certo non è tutto merito di “Spirio”, così si chiama il piano a coda autosuonante, ma soprattutto dei modelli tradizionali che in 169 anni di storia hanno saputo conquistare i pianisti di tutto il mondo. Tra i tanti Vladimir Horowitz o Arturo Benedetti Michelangeli fino ad arrivare ai nostri giorni con Keith Jarret o Lang Lang che hanno scelto questi preziosi strumenti. Talmente speciali che chi li suona ritiene che abbiano un’anima capace di rendere più bella qualsiasi esecuzione grazie alle infinite possibilità e sfumature sonore.
Certo pensare che un “robot” possa sostituire il tocco di alcuni dei più grandi artisti del pianeta non è realistico. È chiaramente impossibile replicare l’interpretazione o il tocco di un pianista in carne ed ossa, condizionato dalle emozioni e dalle sensazioni del momento. Eppure, assicurano da Steinawy, che il sistema di “Spirio” ci vada molto vicino, permettendo anche ai non musicisti di poter ascoltare “live” i propri artisti preferiti come se fossero davvero seduti lì davanti al loro pianoforte. Una magia resa possibile dai tecnici Steinway che ci lavorano da decenni e che hanno perfezionato questo strumento arrivando alla produzione di due modelli l’rD 274 e l’rB-211. Il pianoforte è prodotto nelle fabbriche di Steinway and Sons da artigiani specializzati devoti alla perfezione e all’amore per il dettaglio. “Suonare o fare suonare-decidete voi”, questo è il motto della casa che chiaramente chiarisce che non è esclusa la possibilità di poterlo suonare in modo tradizionale. Ma all’occorrenza basterà accendere l’iPad in dotazione e scegliere tra migliaia di artisti per riprodurre brani di Mozart, Liszt e Tchaikovsky o anche dei Beatles, Coldplay fino ad Adele, Keith Jarret e tanti altri artisti moderni.
Un vantaggio che si potrebbe tradurre anche per motivi di studio e apprendimento dei brani. L’evoluzione di Spirio permette, inoltre, anche di registrare e riprodurre. L’ultimo ritrovato tecnologico di Steinway ha fatto registrare un 32percento di vendite nell’ultimo anno se paragonato al 2020. Molti di questi pianoforti sono presenti nelle case lussuose degli appartamenti di New York, ma ormai di tutto il mondo. Il prestigio di un marchio si evince non solo dalla sua qualità, ma anche dalla storia e dalle storie ad esso collegate. Come quando il proprietario, il miliardario, John Paulson che rilevò l’azienda per 512 milioni di dollari nel 2013 rifiuto un’offerta di un miliardo di dollari nel 2018 arrivata da un fondo cinese. Oggi Paulson può dire di esser soddisfatto di quella scelta. Perché Steinway and Sons, non solo ha conservato la sua prestigiosa eredità, ma ha anche prodotto ricavi nel solo 2021 per 538milioni di dollari che si traducono in un +29percento rispetto all’anno precedente. Un’azienda che cresce di circa 59 milioni di euro all’anno e che da oggi conquista non solo i pianisti di tutto il mondo, ma anche gli appassionati di musica di tutto il mondo.
Davide Mosca