Features

50 anni di Woodstock – Mito o leggenda?

on
07/10/2019

Nell’immaginario collettivo le istantanee e le riprese dell’epoca e le storie divenute leggenda di chi tra gli artisti c’era e chi al contrario snobbò o fu impossibilitato a partecipare all’evento

Questa estate si sono celebrati i 50 anni dal festival più famoso della storia della musica: Woodstock, Pace, Amore & Musica, tenutosi tra il 15 e il 17 agosto del 1969 nella Contea di Bethal Green a cavallo tra gli stati di New York e della Pennsylvania. Senza dubbio al di là del valore intrinseco dell’evento sia dal lato musicale sia sotto il profilo culturale, politico e sociale, Woodstock nel tempo è inevitabilmente diventato il manifesto di una generazione e di un’epoca. Erano gli Stati Uniti dei movimenti studenteschi, delle marce contro la guerra in Vietnam, si respirava in quegli anni un sentimento di ribellione al sistema che esaltava valori come la pace, la fratellanza dei popoli, un modello di vita che contrastava apertamente la tradizione conservatrice dell’America tra fine dei Sessanta e i primi anni Settanta. L’evento ha generato libri, forum e docu-film che indiscutibilmente ne hanno alimentato il fascino.

In tutto questo Woodstock fu anche l’apice di un periodo ricco di happening oceanici che avvennero prima e dopo, come il concerto all’Isola di Wight, il Miami Pop Festival e altri solo apparentemente minori, come l’Atlanta Pop Festival di cui si è recentemente parlato grazie alla pubblicazione di Freedom, un live di Jimi Hendrix audio e video pubblicato nel 2015 che ricostruisce un evento sino ad allora conosciuto e ricordato solo negli Stati Uniti. Nel corso degli anni il festival è stato puntualmente ricordato e celebrato attraverso versioni successive che però non hanno minimamente replicato quel tipo di pathos e successo. Ancora oggi gli echi di quella fantastica festa del pop e del rock si materializzano in Jimi Hendrix, Carlos Santana, i Jefferson Airplane e gli altri grandi protagonisti della tre giorni del Festival, mentre si sono approfonditi motivazioni e giustificazioni per i grandi assenti come i Led Zeppelin, i Doors e Bob Dylan.

Nel frattempo nel luogo dove si tenne il celebre concerto è stato costruito una sorta di museo che ospita cimeli, costumi di scena, video e ricostruzioni e che naturalmente rivela al suo interno un fornitissimo store dove acquistare gadget nel più pieno stile a stelle e strisce. All’interno della struttura ci sono dei “superstiti” della tre giorni più celebre del rock americano di ogni tempo che testimoniano ai visitatori i loro ricordi contestualizzando un’esperienza visual decisamente molto forte.

L’occasione del cinquantesimo compleanno dell’evento ci porta anche la riflessione di cosa sia rimasto al di là dell’aspetto puramente iconografico. E il risultato è che il tempo ha come cristallizzato questa istantanea contestualizzandola nel periodo in cui è stata scattata. L’America e il mondo intero sono profondamente cambiati dal 1969; i motivi sociopolitici e culturali che avevano determinato quella sollevazione popolare perlopiù pacifica sono venuti meno o si sono trasformati in un altro modo di manifestare il proprio dissenso. Anche il mondo del rock a livello globale, pur mantenendo la consuetudine di organizzare grandi eventi estivi dove far esibire più artisti,  ha inevitabilmente perduto nel tempo quelle motivazioni extra musicali o spirituali che caratterizzavano i figli dei fiori, il credo spirituale degli hippies che colorarono e segnarono quella favolosa epoca. Ne sono la riprova le tantissime difficoltà che hanno osteggiato la realizzazione di una edizione celebrativa che si sarebbe dovuta tenere quest’estate nelle stesse date e che alla fine è stato cancellato.

 

Paolo Maiorino

TAGS
RELATED POSTS