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8 regole per un packaging consapevole

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26/07/2019

Tubettificio Favia offre delle interessanti linee guida per una decisione consapevole sui prodotti da acquistare.

Quali sono gli elementi che utilizziamo nella scelta di un oggetto da acquistare? La risposta d’impulso è, probabilmente, il prezzo, che rimane comunque un aspetto decisivo per il cliente in un sistema di mercato. È altrettanto vero, però, che non è solo questo, o meglio, non è l’unico interrogativo che ci si pone davanti a uno scaffale o a una vetrina di un negozio d’abbigliamento. Alcune questioni che aleggiano nella mente del consumatore è, ad esempio, dove provengono le materie prime, come vengono lavorate una volta create o raccolte, e, non per ultima, se in quegli stabilimenti vengono rispettate delle condizioni di lavoro accettabili.

In questi ultimi anni a influire ulteriormente sulla decisione finale del cliente in materia di sostenibilità del prodotto è il packaging. Quell’involucro di cui un tempo si sottovalutava l’efficacia ora sta acquisendo un ruolo preponderante, soprattutto per quanto riguarda la comunicazione che l’azienda vuole dare al cliente. Un pacchetto deve essere il meno ingombrante possibile, facilitando in questo modo il trasporto e la conservazione dell’oggetto in questione, ma nell’epoca in cui l’immagine acquista un aspetto per nulla secondario rappresenta uno strumento utile nel diffondere dei valori fondamentali che appartengono all’impresa. Del resto il packaging, se confezionato con cura, è sempre stato premiato dal cliente in termini di vendita quando questi si contraddistinguono per un design incisivo o di lusso.

Ora però qualcosa è radicalmente cambiato nella mentalità del consumatore, che sembra essere più sensibile verso alcune tematiche di attualità come la tutela dell’ambiente, minacciato dall’inquinamento e da un crescente aumento di rifiuti come la plastica che arriva a contaminare l’acqua degli oceani. Le aziende non possono rimanere indifferenti di fronte ai cambiamenti culturali in atto, cercando di sviluppare il più possibile dei sistemi alternativi che riducano lo sperpero di risorse. L’innovazione senza una maggiore responsabilità verso il futuro del pianeta non basta più, e per questo il Tubettificio Favia ha pensato bene di ispirarsi alla Carta Etica del Packaging nello stilare le 8 regole per un packaging consapevole.

Partiamo dal numero. Perché 8? Non è una scelta dettata dal caso, ma è pensato dall’azienda per rievocare un simbolo estremamente prezioso per loro: l’infinito. L’alluminio, uno dei prodotti utilizzati dall’impresa, si può riciclare senza che ci sia un decadimento della sua struttura originaria. Lo stesso vale per l’alluminio realizzato grazie a dei materiali riciclati che permettono un dispendio di energia in meno di circa il 95%. Lo dimostra una delle loro ultime creazioni, il ToBeNatural, un tubetto di alluminio che possiede un tappo composto da sostanze biodegradabili, denominati “biopolimeri”. Un prodotto che riassume al meglio la spinta ecosostenibile dell’azienda, e che sottolinea che anche un piccolo gesto in difesa della Terra è possibile senza che venga meno la qualità del prodotto messo sul mercato.

Per far sì che questo non sia solo un caso isolato, il Tubettificio Favia nella creazione di questa lista ha voluto che ogni agente di qualunque filiera possa seguire una percorso sostenibile nel lungo periodo nel rispetto dell’utente finale, e di conseguenza dell’intero ambiente.

 

Le 8 regole per un packaging consapevole

 

  1. Un packaging deve essere necessario, formato da dei materiali utili allo scopo. È uno dei primi elementi che il cliente nota una volta terminato l’acquisto, quando si trova davanti a una confezione che contiene oggetti che potevano essere certamente esclusi dal pacchetto;
  2. Un buon packaging deve essere ecosostenibile, seguendo gli standard necessari al rispetto dell’ambiente e usando materiali riciclabili che riducano il più possibile gli scarti e l’energia consumata;
  3. Lo spreco di un packaging deve essere vicino allo zero, consentendo così l’uso del prodotto fino alla fine e senza un intervento risolutivo dell’utente che ne modifichi l’imballaggio;
  4. Un packaging deve essere affidabile. Quale sarebbe altrimenti lo scopo se non quello di impedire eventuali inconvenienti come urti o sollecitazioni esterne? L’integrità interna del contenuto viene prima di tutto. Per questo, l’involucro deve mantenere una lunga conservazione del prodotto;
  5. Un packaging deve essere funzionale. In alcuni contesti il pacchetto da essere un semplice contenitore può avere un ruolo attivo nella fase di utilizzo, e, a seconda delle esigenze del consumatore, deve mantenere le proprie caratteristiche nel corso del tempo, impedendo all’utente di cambiare la confezione;
  6. Un ottimo packaging deve essere protettivo e igienico, ostruendo una qualsiasi contaminazione del contenuto del pacchetto da parte di agenti esterni;
  7. Il packaging comunicativo è essenziale se si vuole affermare il proprio brand sul mercato. Deve quindi saper raccontare la propria storia, e rappresentare al meglio il proprio marchio, attirando l’attenzione del cliente;
  8. Non per ultimo, il packaging deve essere responsabile, mettendo chiaro e tondo la propria mission e i valori aziendali da attuare non solo nel presente, ma soprattutto nel futuro.

 

Riccardo Lo Re

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