Alla scoperta della natura incantata di Chaumet
Fino al 4 settembre l’arte dell’alta oreficeria si mostra al pubblico in Végétal: L’École de la Beauté, al Palais des Beaux-Arts di Parigi
Lo sguardo è sempre rivolto alla natura, al suo fascino e ai suoi misteri che, dal lontano 1780 in cui furono gettate le basi di una delle colonne portanti dell’alta gioielleria parigina, vengono continuamente rappresentati attraverso gioielli-opere d’arte botanica. L’universo di Chaumet viene celebrato al Palais des Beaux-Arts di Parigi con la mostra Végétal: L’École de la Beauté fino al prossimo 4 settembre e racchiude nelle sue sale espositive l’essenza stessa della visione dalla casa di gioielli fondata dal gioielliere e orafo parigino Marie-Etienne Nitot a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento a Parigi. Fornitore ufficiale dell’Imperatrice Joséphine Bonaparte, Nitot in pochissimo tempo crea una maison tra le più apprezzate dall’alta società dell’epoca e trasferisce il suo laboratorio nella boutique numero 15 di Place Vendôme, luogo che resta ancora oggi profondamente legato alla storia del marchio di gioielli.
La meraviglia e le emozioni dettate dalla natura sono il fil rouge che lega tutte le collezioni di Chaumet di alta gioielleria, che nel tempo sono state interpretate dai vari mastri orafi: i delicati steli di grano reso prospero dal caldo vento estivo, le foglie di alloro dal profumo inteso, e poi ancora i rami di quercia e il loro innalzarsi verso il cielo, la delicatezza e fragilità dei gigli. Tutto questo è stato trasformato in arte: l’arte gioielliera di Chaumet, che sarà il fulcro della mostra in scena a Parigi e curata dal botanico Marc Jeanson, attuale direttore dei Jardin Majorelle a Marrakech, in Marocco. All’interno del museo gli spettatori possono attraversare cinquemila anni di arte e scienza, attraverso una vasta collezione di gioielli accompagnati da stampe, dipinti, tessuti, fotografie e sculture. I capolavori realizzati da Chaumet ed esposti a Palais des Beaux-Arts, mostrano come queste opere di alta oreficeria si siano adattate ai gusti delle donne delle varie epoche, mantenendo però invariato lo spirito che le pervade, ossia la grande ammirazione per la natura selvaggia e incontaminata.
Antonella Brianda