Sogni liquidi
Architetto e artista, Anna Bonini concilia l’attività progettuale a quella di pittrice; le pareti del suo studio-atelier accolgono in mostra permanente una trentina di opere, regalando un colpo d’occhio di grande impatto visivo.
L’artista ha accondisceso al proprio immaginario, dedicandogli un ampio spazio interpretativo, fin da bambina, sperimentando varie tecniche pittoriche e incisorie. Nel 1998 il casuale incontro con la filosofia steineriana ha contribuito alla creazione di un linguaggio del tutto personale, profondamente legato al cosmo animico e a un’archetipa simbologia di matrice onirica che non necessita più di una piena adesione alla mimesi.
L’antica e complessa tecnica dell’acquerello si è dimostrata il veicolo privilegiato per intraprendere una sorta di viaggio attraverso i luoghi interiori, complice un sapiente uso della cromia che, nel discioglimento del pigmento a contatto con l’acqua, si fa metafora di una più alta libertà surreale, tesa a un universo sospeso, altero. Il frequente ricorso stilistico a un fitomorfismo volutamente informale, o sottile magia di svelamento, continua ad essere la linea dominante secondo cui la pittrice indaga la realtà, in un limbo tra ciò che appare e ciò che veramente è.
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