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Guillermo del Toro dedica una serie tv gotica al collezionismo

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07/11/2022

Protagonisti di Cabinet of curiosities, in onda su Netflix, sono oggetti “curiosi” che si riallacciano alla passione del regista per le Wunderkammer

L’idea di collezione è l’anima di un progetto ambizioso quale Guillermo del Toro’s Cabinet of Curiosities, la serie tv messa in onda da Netflix alla fine di ottobre, una serie che comprende otto episodi legati in un modo o nell’altro all’idea di Wunderkammer. Il regista di pellicole cult come Hellboy ha un debole per le Wunderkammer. Nella sua Bleak House, la casa delle meraviglie in California dove raccoglie tutti i suoi cimeli, ci sono tredici biblioteche, statue dei suoi idoli, Poe e Lovecraft in primis, e ogni genere di rarità sul mondo dell’horror letterario e cinematografico. Il concetto di collezione è un riferimento importante nel mondo di Benicio del Toro, ed è un motivo di ispirazione, come testimoniano i libri dedicati alla sua collezione, diventata anche oggetto di una mostra itinerante in tutto il mondo.
Ovviamente il concetto di camera delle meraviglie è cambiato nel tempo, e del Toro, che introduce gli episodi alla maniera dell’Hitchcock televisivo (ma anche di Rod Serling in Night Gallery), prende atto di questi cambiamenti. È pur vero che nei suoi brevi preludi il regista messicano è sempre ripreso accanto a un complesso cabinet in legno massiccio dalle decine di scomparti segreti, emblema dei più raffinati lavori da compagnon, tipico di un genere classico di Wunderkammer.

La serie tv

La sua è una Wunderkammer di persone con le relative storie, soprattutto con le loro disgrazie, racconti di ordinaria follia che non necessariamente sono legati a un oggetto, come spesso accade negli horror Anni Sessanta alla Corman, bensì a casi della vita, a situazioni imprevedibili. Le storie contenute negli otto episodi, infatti, non sempre vertono sui classici oggetti strani che ci si aspetta di vedere. Certo, nel primo episodio, uno dei più belli, ci sono dei libri rari e maledetti; nel secondo, un misterioso ciondolo e una spada; nel quinto e nel sesto dei quadri che rappresentano un tramite con altre dimensioni lovecraftiane; ma in altri episodi non sono gli oggetti ma le persone i veri protagonisti di queste intriganti raccolte.
“Cosa accade quando il collezionista diventa la collezione”, dice Guillermo del Toro presentando il settimo episodio della serie Cabinet of Curiosities. Proprio allora il regista offre la chiave per capire tutto questo strano mondo che va in scena negli otto episodi. Prendono così vita singolari “camere esistenziali delle meraviglie”, che poi meraviglie non sono, ma complessi accadimenti tenuti in serbo dal destino. La Wunderkammer televisiva approntata da del Toro, che non ha diretto nessuno degli episodi, affidati a valenti registe e registe, è quindi una vetrina di vite umane, accomunate dall’incursione del weird, dello strano, nella loro quotidianità. All’idea di Wunderkammer classica, oltre al monumentale cabinet che troneggia nelle presentazioni degli episodi, è riservato il bellissimo filmato dei titoli di testa, ricco di strani oggetti e rarità.
Sibilla Panfili

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