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Il cinema di Hayao Miyazaki inaugura il museo dell’Academy

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07/10/2021

Il regista fondatore dello Studio Ghibli sarà al centro della prima mostra temporanea nel museo degli Oscar, progettato da Renzo Piano

Non si poteva iniziare meglio così nella città degli angeli, dove il sogno viene fabbricato, perfezionato e proiettato sullo schermo del cinema. La magia sta tutta lì, su quel varco candido che cambia colore a seconda delle storie e dei mondi raccontati dai suoi autori. Oggi questa luce ha trovato la sua casa all’interno dell’Academy Museum of Motion Pictures. Una struttura che parla anche italiano, e non solo per via dei protagonisti come la diva Sophia Loren premiata proprio nei giorni scorsi con il Visionary Award. L’involucro di questo straordinario museo porta la firma dell’architetto Renzo Piano, un’altra grande figura visionaria. Ad aprire una delle mostre temporanee sarà invece uno dei registi più rappresentativi del cinema d’animazione giapponese, Hayao Miyazaki. Un autore dal talento straordinario capace di raccontare il nostro tempo prendendo spunto dalla sua esperienza e dai alcuni valori umani considerati oggigiorno universali.

L’animazione e la vita
L’esposizione è stata inaugurata lo scorso 30 settembre, la data d’apertura dell’Academy Museum of Motion Pictures di Los Angeles. Al Marilyn and Jeffrey Katzenberg Gallery si possono visionare oltre 300 oggetti che appartengono all’universo narrativo creato da Miyazaki, un mondo che ha assistito a creazioni senza tempo come Il mio vicino Totoro o La città incantata. I partecipanti possono davvero scoprire tutto del suo modo di intendere quest’arte, dagli storyboard, sfondi, poster mostrati per la prima volta al pubblico fuori dai confini giapponese, oltre ovviamente a tutta una serie di proiezioni che faranno rivedere alcuni dei momenti più belli del suo cinema. «È un immenso onore. – afferma Toshio Suzuki, co-fondatore dello Studio Ghibli – Il genio di Miyazaki sta nella sua capacità di ricordare ciò che vede. Apre i cassetti nella sua mente per tirare fuori questi ricordi visivi e creare così dei personaggi, paesaggi, e complessi che sono a dir poco originali. La nostra speranza è che i visitatori possano sperimentare l’intero processo creativo di Hayao Miyazaki». Un regista che, come sostiene la curatrice Jessica Niebel, «ha una capacità unica di cogliere come percepiamo la vita, con tutte le sue ambiguità e complessità».

I dettagli
La mostra è organizzata in sette aree specifiche, marcando quello che è di fatto un viaggio alla scoperta di come nasce un personaggio o una storia nel mondo di Miyazaki. Basta solo entrare per venire subito accompagnati da Mei, la figura al centro de Il mio vicino Totoro che conduce verso la galleria denominata Tree Tunnel. Dopodiché si entrerà nell’area chiamata Creating Characters, dove viene spiegato, attraverso una serie di clip, come vengono creati i singoli personaggi, mostrati grazie a dei disegni (alcuni di questi inediti negli Stati Uniti) che vanno da Kiki – consegne a domicilio a Principessa Mononoke. Il Making of si cimenta invece sul rapporto con uno dei suoi colleghi più stretti, il regista, nonché fondatore dello studio, Isao Takahata. La carriera di Miyazaki è partita dal piccolo schermo della televisione, grazie a serie tv celebri come Heidi, ma il suo primo film è nientemeno che una delle avventure del ladro gentiluomo Lupin, ne il capitolo di Lupin III – Il castello di Cagliostro. C’è poi ampio spazio uno dei suoi primi capolavori cinematografici, Nausicaa della valle del vento, un racconto di straordinaria importanza per il futuro dello Studio Ghibli.

Arte e natura
L’immaginazione non è mai mancata a questo autore. Lo sottolinea al meglio la sezione Creating Worlds dove viene esplicitato un legame che compare in tanti suoi film. Ci sono gli ambienti, legati da una natura dove regna la pace e la bellezza, e dall’altro c’è un mondo, strettamente legato al primo, dove l’uomo e la tecnologia incidono attraverso gesti e azioni che avranno forti esiti nel futuro. Alcuni dei complessi architettonici presenti nei suoi lavori vengono riprodotti in alcuni disegni esibiti durante la mostra, come gli stabilimenti termali Aburaya ne La città incantata. Ma a colpire sarà soprattutto questa sua passione per il volo, contenuto in due lungometraggi come Porco Rosso e Si alza il vento. Si troverà perfino il momento di rallentare il tempo, sognando ad occhi aperti grazie all’installazione Sky View.

Trasformazione e magia
E da qui si arriva alle ultime due sezioni. La prima, Trasformazione, è una guida sui cambiamenti che vivono i singoli personaggi durante film, che possono essere fisici come ne Il castello errante di Howl, o interiori, se si conservano i temi ambientali che spesso vengono trattati in gran parte dei racconti di Hayao Miyazaki. L’incanto termina con il Magical Forest, con l’albero madre che qui rappresenta un legame stretto tra i due mondi (realtà e finzione) narrati dal regista lungo la sua carriera. Lo spirito della foresta accompagnerà il visitatore verso la fine di questo lungo viaggio, dove porterà acquistare un catalogo di 288 pagine davvero ricco di informazioni, portandosi a casa un pezzo importante del cinema contemporaneo.

 

Riccardo Lo Re

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