Il genio eterno di Savin Couelle
Morto un anno fa, il grande architetto francese è stato uno dei padri dello stile Costa Smeralda. Suo l’ampliamento dell’hotel Cala di Volpe
È passato un anno dalla scomparsa di Savin Couelle, francese, morto nel giugno del 2020 all’età di 91 anni, uno degli architetti più conosciuti e apprezzati al mondo. Figlio del grande architetto Jacques Couelle, fu anche lui uno dei padri della Costa Smeralda, tra gli ideatori dell’inconfondibile stile che caratterizza da sempre ogni costruzione della destinazione. Nato nel 1929, Couelle non ha mai avuto dubbi su quella che sarebbe stata la sua strada: l’arte e l’architettura lo hanno sempre accompagnato lungo tutta la sua vita, dagli anni della giovinezza fino ad arrivare al lavoro portato avanti in questo angolo di Gallura, prima insieme al padre e poi in autonomia.
Fu proprio grazie a suo padre Jacques che Couelle conobbe la Costa Smeralda e il principe Karim Aga Khan, che, con la sua visione di un tipo di turismo non invasivo e in armonia con il paesaggio, lo avrebbe introdotto alla realizzazione di importanti lavori. Oggi Savin Couelle vive nelle sue opere, tra le sinuose pareti dell’hotel Cala di Volpe, di cui seguì l’ampliamento, e tra le numerose costruzioni private accuratamente incastonate nel verde della Costa Smeralda, in perfetta armonia con la terra su cui posano le fondamenta. Proprio questa armonia fu alla base dello stile Costa Smeralda, con cui si intende quel modo di operare per plasmare gli elementi naturali con assoluta delicatezza e discrezione.
Non sorprende che Couelle sia ritenuto da molti un innovatore anche rispetto al lavoro di Jacques: fu questo amore per la natura prima e per la Sardegna poi a portarlo a selezionare di volta in volta materiali di costruzione locali e non artificiali, come la pietra o il legno di ginepro, uniti alla sapiente manodopera degli artigiani del luogo. Per lui gli edifici non potevano prescindere dal luogo in cui si trovavano e, anzi, dovevano risultare una vera e propria continuazione dell’esterno, come testimoniano i grandi spazi comunicanti di Villa Due Mari e di Villa Karim, le cui magnifiche arcate si affacciano sul mare di smeraldo della Sardegna. Un continuo con il paesaggio ma non solo, perché anche la tradizione giocava un ruolo fondamentale nelle sue opere. Così, tra i materiali e le forme delle ville Couelle in Sardegna, non possono oggi che risaltare i costanti rimandi alle abitazioni tradizionali della Gallura che l’architetto tanto amò.
Benedetta Piras
Foto: l’hotel Cala di Volpe negli scatti di Marcello Chiodino