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Il genio fiammingo al Palazzo Reale di Milano

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16/11/2022

Un’eccezionale mostra raduna nel capoluogo lombardo le più celebri opere di Hieronymus Bosch

Milano per la prima volta, sotto la direzione artistica di Palazzo Reale e Castello Sforzesco, rende omaggio al grande genio fiammingo e alla sua fortuna nell’Europa meridionale con un progetto espositivo inedito che presenta una tesi affascinante: Bosch, secondo i curatori, rappresenta l’emblema di un Rinascimento ‘alternativo’, lontano dal Rinascimento governato dal mito della classicità, ed è la prova dell’esistenza di una pluralità di Rinascimenti, con centri artistici diffusi in tutta Europa. Bosch è autore di pochissime opere universalmente a lui attribuite e conservate nei musei di tutto il mondo. Proprio perché così rari e preziosi, difficilmente i capolavori di questo artista lasciano i musei cui appartengono, e ancora più raramente si ha la possibilità di vederli riuniti in un’unica esposizione. “È anche attraverso lo scambio di opere d’arte che l’arte e la cultura svolgono il loro ruolo di vettori di crescita e di strumenti di relazione tra le città e le nazioni, portando avanti il processo di arricchimento di un Paese”, ha dichiarato l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi. “Il progetto di questa mostra è il frutto di un processo di cooperazione internazionale durato cinque anni, che ha prodotto un’esposizione preziosa dal taglio assolutamente originale, in grado di raccontare ai visitatori un Rinascimento diverso rispetto a quello che ha visto i propri fasti in Italia tra il Quattro e il Cinquecento, creando orizzonti nuovi di conoscenza e bellezza”.

La mostra a Milano
Un Rinascimento alternativo, distante concettualmente e stilisticamente da quello “classico”, caratterizzato da visioni oniriche, figure fantastiche, creature mostruose, mondi altri che oggi appaiono ai nostri occhi fortemente contemporanei o distopici. L’esposizione – con la curatela di Bernard Aikema, Fernando Checa e Cremades Claudio Salsi – presenta un centinaio di opere tra dipinti, sculture, arazzi, incisioni, bronzetti, volumi antichi e oggetti rari provenienti da Wunderkammern, per una mostra che mette in dialogo capolavori di Bosch con quelli di altri artisti a lui coevi e successivi, tra cui Tiziano, Raffaello, Mantegna, Gerolamo Savoldo, Dosso Dossi ed El Greco.
Numerose le opere di Bosch che sono a Milano grazie a prestiti importanti, come il Trittico del Giudizio Finale proveniente dal Groeningemuseum di Bruges, il Trittico degli Eremiti delle Gallerie dell’Academia di Venezia, il San Giovanni Battista del Museo Lázaro Galdiano e poi, chicca indiscussa della mostra, quattro arazzi boschiani dell’Escorial messi a confronto con un cartone per il quinto arazzo andato perduto e riconosciuto nelle collezioni delle Gallerie degli Uffizi.

Sibilla Panfili

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