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La bevanda nera patrimonio dell’umanità

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18/02/2022

Il caffè candidato a patrimonio dell’Unesco. L’annuncio è stato dato dal Mipaaf

Ah, che bell’ ‘o cafè! Al mattino è molto più che una semplice colazione. Con quasi 30 milioni di tazzine (dati Coldiretti) bevute tra bar, ristoranti e luoghi pubblici, il consumo del caffè espresso va oltre l’abitudine, diventando un’istituzione a cui in pochi sanno rinunciare. Proprio per questo motivo il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) ha annunciato la candidatura della bevanda più famosa d’Italia come patrimonio immateriale dell’Unesco.

“In Italia il caffè è molto di più di una semplice bevanda: è un vero e proprio rito, è parte integrante della nostra identità nazionale ed è espressione della nostra socialità che ci contraddistingue nel mondo” ha affermato a riguardo il Sottosegretario alle Politiche agricole, alimentari e forestali Gian Marco Centinaio “La tazzina di espresso rappresenta per tutti gli italiani un rito sociale e culturale che trova riscontro anche nella letteratura e che appassiona tutto il Paese”. La candidatura sarà inviata alla Commissione italiana per l’Unesco, che – se accettata – provvederà a trasmetterla entro il 31 marzo alla sede centrale di Parigi. Non è la prima volta, però, che il caffè viene proposto come patrimonio dell’Umanità: già l’anno scorso il Mipaaf aveva avanzato la candidatura dell’espresso in relazione alla sua valenza storica e culturale.

Il caffè, d’altronde, è davvero un’icona pop per il nostro Paese. Protagonista di canzoni, poesie e letteratura, ne incarna lo spirito conviviale e solidale, come nel caso del caffè sospeso, un piccolo gesto di solidarietà della tradizione napoletana che ha conquistato l’intero stivale. E in questo periodo, l’importanza della sua candidatura assume un significato molto più profondo, come sottolinea lo stesso Centinaio. “Una candidatura tanto più importante in un momento storico in cui le restrizioni dovute alla pandemia hanno penalizzato i rapporti sociali, molti dei quali avevano come cornice il bancone o il salotto all’aperto di un bar davanti a un buon caffè italiano”.

Francesco di Nuzzo

 

crediti foto: Chevanon Photography, via Pexels

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