La Nasa testa gli ologrammi
Il sistema Microsoft HoloLens può aiutare gli astronauti a comunicare più facilmente con la Terra
La nuova frontiera della comunicazione interstellare porta direttamente nella fantascienza. La NASA ha infatti messo a punto un sistema per comunicare sulle grandi distanze usando delle proiezioni olografiche. Si chiama oloportazione – holoportation in inglese – e sfrutta un software apposito progettato da AEXA Aerospace e la fotocamera del Microsoft HoloLens Kinect per ricostruire, comprimere e trasmettere modelli 3D di alta qualità di persone, tutto in tempo reale. La tecnologia Hololens è in sviluppo presso Microsoft dal 2016, ma questa è la prima volta che viene utilizzata per comunicare da remoto e in distanze così lontane come quelle dello spazio.
“Questo è un modo completamente nuovo di comunicazione umana su grandi distanze” ha dichiarato a riguardo il dottor Josef Schmid, chirurgo di volo presso la NASA e “Immaginate di poter portare il miglior istruttore o il vero progettista di una tecnologia particolarmente complessa proprio accanto a te ovunque tu ci stia lavorando. Inoltre, combineremo la realtà aumentata con quella aptica. Puoi lavorare sul dispositivo insieme, proprio come due dei migliori chirurghi che lavorano durante un’operazione. Ciò metterebbe tutti tranquilli sapendo che la squadra migliore sta lavorando insieme su un componente hardware critico”.
L’oloportazione è attualmente in fase di studio e sviluppo, con la prima diretta avvenuta nell’ottobre 2021. Una volta completato, il sistema avrà un utilizzo estensivo nelle future missioni spaziali, soprattutto quelle riguardanti Marte che, per colpa della distanza, presentano un delay nelle comunicazioni di ben 20 minuti. Con questo sistema gli astronauti riuscirebbero, invece, a comunicare in tempo reale con il personale sulla Terra o con le loro famiglie. Ma questa nuova tecnologia potrebbe essere impiegata anche qui sulla Terra, sia in campo bellico che scientifico, come nel caso delle missioni di ricerca in luoghi selvaggi od ostili come l’Antartide.
Francesco di Nuzzo