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Neuralink, il futuro di Elon Musk è nel nostro cervello

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12/12/2022

Entro sei mesi l’uomo potrà connettersi con i dispositivi tecnologici

Qual è il limite di interazione con la tecnologia che circonda? Tutto dipende dalla capacità umana di trasferire una determinata quantità dati da un dispositivo all’altro, sia essa relativa a come usiamo la nostra voce al telefono o dalla velocità nel digitare i caratteri sulla tastiera. È semplicemente una questione di velocità. Una velocità che ad oggi risulta molto bassa, circa 100 bit al secondo, che in termini informatici è davvero poco. Ma se l’uomo potesse interfacciarsi con il proprio computer o comunicare con il televisore senza l’utilizzo di supporti esterni?

Sul palco della presentazione Show And Tell – tenutasi lo scorso 30 novembre – è proprio Elon Musk in persona ad annunciare che entro sei mesi l’uomo potrà servirsi della tecnologia come mai prima d’ora. L’obiettivo del team di Neuralink è proprio quello di creare un’interfaccia generalizzata nel nostro cervello mediante un dispositivo di input/output in grado di interfacciarsi velocemente con ogni aspetto delle nostre funzioni cerebrali senza deteriorarsi con l’uso. Il sensore neurale è un piccolo dischetto composto sia circuiti digitali che analogici, che stimolano e registrano circa 1024 canali indipendenti. Quasi come avere uno smartphone installato nella propria corteccia cerebrale. «In un certo senso siamo già tutti dei cyborg» ha spiegato l’imprenditore sul palco della presentazione «Dimenticarsi del telefono è un po’ come avere un arto mancante. Sei così abituato a interfacciarti con esso. Sei così abituato ad essere un cyborg de facto.»

Oltre ai miglioramenti alla vita di tutti i giorni, il dispositivo potrà essere utilizzato anche come supporto per le persone affette da disabilità. Dopo i primi test compiuto con successo, il progetto si trova ora nella fase di sperimentazione sull’uomo, con il team di sviluppo intento ad assicurarsi che il passaggio di Neuralink sugli esseri umani proceda senza intoppi. Per il momento i test preliminari del modello umano sono stati condotti prima su un finto cervello, che simula i comportamenti di quello reale. Ormai è certo, con le sue iniziative Elon Musk sembra sempre più intenzionato a portarci tutti con sé nel futuro. Ma saremo veramente pronti a compiere questo passo?

Francesco di Nuzzo

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