Planet or Plastic? La mostra di National Geographic
L’esposizione, fruibile a Roma dal 18 ottobre al 14 novembre, rientra nel programma di sensibilizzazione lanciato dall’azienda.
8,3 miliardi. Un numero considerevole considerando che la plastica ha avuto una diffusione a partire dagli anni ’50. Di questi, 6,3 sono ora diventati degli scarti che stanno mettendo a rischio l’intero ecosistema globale. Questo è dovuto principalmente alla difficile decomposizione, con la possibilità che questi prodotti possano rimanere in ciclo per oltre 400 anni. L’unica eccezione, seppur limitata, è rappresentata dalle plastiche biodegradabili che solo negli ultimi anni stanno avendo una diffusione particolarmente significativa. Ciò nonostante, il tema, grazie soprattutto alle varie campagne di sensibilizzazione avviate in quest’ultimo periodo, è di assoluta attualità. Non servono esempi particolari per avvalorare questa tesi. Basta guardare verso il mare, che da anni sta ospitando una grande quantità di rifiuti, con rischi evidenti per la salute degli animali.
Dal 13 ottobre otto grandi questioni politiche saranno alla base della mostra Planet or Plastic?, in programma fino al 14 novembre nel Complesso di vicolo Valdina, a pochi passi dal Palazzo Montecitorio. L’esposizione, curata dal direttore del periodico di National Geographic Italia Marco Cattaneo in collaborazione con BASF Italia e l’autrice Alessandra Viola, metterà insieme diverse fotografie, da quelle scattate dai giornalisti del mensile, alle immagini di un certo impatto compiute da Mandy Barker. Raccogliendo la plastica in giro per il mondo, l’artista ha realizzato delle opere di grande valore estetico, senza però trascurare alcune riflessioni che vanno dagli effetti negativi sul territorio, alle soluzioni da adottare in futuro, come la riconversione dei materiali di scarto.
«La plastica è una grande invenzione, ma occorre gestirla in modo corretto, valorizzandone le proprietà e rispettando l’ambiente– afferma Andreas Riehemann, Presidente e Amministratore Delegato di BASF Italia – Dieci anni fa, BASF è stata tra i primi a realizzare polimeri biodegradabili. Oggi studiamo processi industriali di riciclo molecolare per le plastiche destinate a discarica o incenerimento. Siamo, inoltre, tra i fondatori dell’Alliance to End of Plastic Waste, un’organizzazione che riunisce 30 tra le più importanti aziende al mondo impegnate nella lotta al marine littering con un investimento di oltre 1 miliardo di euro. Riteniamo, tuttavia, che sia fondamentale sensibilizzare la società al tema della gestione sostenibile di questa risorsa, perché è necessario che ognuno faccia la propria parte. Per questo, sosteniamo con convinzione il progetto divulgativo Planet or Plastic? di National Geographic».
Riccardo Lo Re
