Progetto Bi.Ar.: dagli scarti della birra nasce il biocarburante
La Sotacarbo di Carbonia e la Porto Conte Ricerche di Alghero hanno avviato uno studio che rivoluzioni in modo radicale la produzione della birra
Creare una birra sarda ed etica, competitiva e innovativa: sono questi alcuni degli obiettivi principali del progetto Bi.Ar. Sardegna che, insieme all’Università di Sassari, la Sotacarbo di Carbonia e alla Porto Conte Ricerche di Alghero ha avviato uno studio che rivoluzioni in modo radicale la produzione della birra. Si tratta di un progetto cluster, ovvero di un’iniziativa che riunisce sia i centri di ricerca sia le imprese e si focalizza sulla collaborazione di queste due parti attraverso numerose ricerche sul campo, allo scopo di realizzare processi o prodotti innovativi a loro volta utilizzabili nel mondo imprenditoriale.
Bi.Ar. non è diverso: come viene spiegato anche sulla pagina del progetto, lo sforzo congiunto degli organi di ricerca e delle 35 imprese che hanno aderito mira ad individuare una qualità specifica di birra sarda totalmente diversa da quelle già in commercio e che contenga gli aromi naturali dell’isola, il tutto identificando le specie di cereali, frutticole e vegetali provenienti dalla regione. Contestualmente è stato inoltre avviato uno studio per rendere il processo di produzione davvero green che abbatta i costi delle materie prime. Dagli scarti della lavorazione della birra, infatti, vengono prodotte ogni anno tonnellate di trebbie che nascondono un grande segreto: si potrebbero impiegare nuovamente come fertilizzante naturale e come alternativa al GPL per le caldaie industriali, tornando quindi al concetto virtuoso dell’economia circolare.
Non solo, perché oltre alle trebbie anche l’acqua gioca in questo processo un ruolo importante. Come spiegato anche sul documento allegato al progetto sul portale web di Sardegna Ricerche, il progetto cluster punta anche a trovare il modo di riutilizzare le acque di scarto della lavorazione della birra e che attualmente vengono smaltite con un conseguente spreco dell’importante risorsa. Il riutilizzo di quest’acqua, filtrata grazie a microrganismi, permetterebbe sia di abbattere i costi che di rendere ancora più etica la produzione di questa birra al cento per cento made in Sardegna.
Benedetta Piras
Fonte: dalla pagina del progetto Bi.Ar. Sardegna di Sardegna Ricerche