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Riu Mulinu, il nuraghe fortificato che domina Olbia

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04/02/2021

Il sito archeologico si trova a nord della città. Dalla cima del colle si può ammirare un panorama con pochi eguali nella zona

I sentieri si arrampicano tra la fitta vegetazione. Poi si arriva al cospetto di una imponente muraglia. Si oltrepassa il poderoso ingresso e infine si raggiunge il culmine del colle anche dell’antico sito archeologico. Il panorama da quassù è da togliere il fiato. Perché dal nuraghe Riu Mulinu si può davvero ammirare dall’alto l’intera città di Olbia, con i suoi quartieri, il suo golfo e il suo porto, più la grande piana, l’isola di Tavolara e i colli e i monti che incorniciano il centro urbano più importante della Gallura.

Il nuraghe
Vicinissimo alla città, il nuraghe Riu Mulinu è una delle costruzioni nuragiche più importanti del nord-est Sardegna. Si trova in cima a un colle alto 250 metri, tra i mondi di Cabu Abbas, e fu costruito tra il 1300 e il 1200 avanti Cristo. La caratteristica principale (e più evidente) è la cinta muraria lunga 220 metri che circonda la torre del nuraghe. Un muraglione, che poteva raggiungere anche i 5 metri di altezza, tirato su per fini difensivi. Il nuraghe non fu eretto in questo luogo per caso. Da quassù i nuragici potevano infatti controllare tutto ciò che avveniva attorno, sia in mare che sulla terra ferma.

Come raggiungerlo
Raggiungere il nuraghe Riu Mulinu non è complicato. Con l’auto bisogna percorrere la circonvallazione ovest di Olbia e da qui, quasi all’altezza del Geovillage, svoltare nella piccola via Sa Rughittula, per poi proseguire in via S’Iscoglia e, mantenendo sempre la sinistra, superare alcuni ripidi tornanti per parcheggiare infine l’auto in una piccola area di sosta, in prossimità di una fontana. È da qui che comincia il sentiero (segnalato, lungo circa 1 chilometro) che, nel giro di pochi minuti, conduce il visitatore al monumento. Ma esiste anche una seconda via per raggiungere il nuraghe Riu Mulinu: si parte dalla chiesetta campestre di Cabu Abbas e si prosegue a piedi verso l’omonimo agriturismo, per poi svoltare a destra, dopo alcune centinaia di metri, in un piccolo sentiero che si apre tra la macchia mediterranea.

Nei dintorni
Il nuraghe Riu Mulinu non è l’unico sito archeologico della zona. Sempre in località Cabu Abbas, nel rione di Tilibbas, si può infatti visitare il tratto iniziale dell’acquedotto romano di Sa Rughittula, che presenta ancora delle arcate. Cabu Abbas, infatti, vuol dire caput acquae, cioè luogo dove ha origine l’acqua, visto che l’antico acquedotto serviva per alimentare le terme dell’Olbia romana. Di fronte ai resti dell’acquedotto di Sa Rughittula si può invece ammirare una grande cisterna sempre di epoca romana, che sarà presto oggetto di restauro e di messa in sicurezza da parte degli archeologi. Infine, a breve distanza, si può anche ammirare la chiesetta campestre di Nostra Signora di Cabu Abbas, un luogo molto caro agli olbiesi e sede di una festa popolare nel mese di maggio.

 

Dario Budroni

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