Sparito per 32 anni in mostra il prezioso Reliquiario di San Galgano
Il prezioso manufatto era stato trafugato nel 1989 a Siena e ritrovato dai carabinieri in Sicilia l’anno scorso in un appartamento privato
La storia di un misterioso furto ne ha accresciuto il fascino. Era la notte tra il 10 e l’11 luglio del 1989 quando il prezioso Reliquiario di San Galgano fu trafugato dal Museo del Seminario Arcivescovile di Siena. Uno straordinario manufatto oltre che di valenza e importanza religiosa anche di grande valore, realizzato con materiale pregiato come argenti, rame dorato e smalti traslucidi. Per trentadue anni non si hanno avuto più notizie con grande rammarico della curia e dei fedeli, fino al colpo di scena con l’operazione nel 2021 dei Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Palermo che in un blitz in un appartamento di un privato a Giarre in provincia di Catania hanno scoperto dove era stata nascosta la preziosa refurtiva. Il reliquiario era stato così restituito all’Arcidiocesi di Siena che ha affidato il restauro ai tecnici del Laboratorio di Metalli e Ceramiche dei Musei Vaticani. Numerosi erano stati, infatti, i danni subiti in seguito al furto. Un lavoro che ha riportato all’antico splendore il manufatto e che da oggi, fino al 18 febbraio prossimo, sarà possibile ammirare in una mostra a Roma nella Sala XVII della Pinacoteca dei Musei Vaticani dal titolo “Dalla Spada alla Croce. Il reliquiario di San Galgano restaurato”.
L’esposizione è stata possibile grazie alla collaborazione tra Musei Vaticani, Arcidiocesi di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino e Opera della Metropolitana di Siena, con il contributo di Opera Laboratori, Sillabe e Giovanni Raspini. Al centro di questa vicenda, una croce astile, due pissidi, cinque calici, e soprattutto un capolavoro della produzione orafa senese del XIV secolo, il Reliquiario di San Galgano, oggetto mirabile e di intensa devozione popolare. Su di esso, decorate finemente in preziosi smalti traslucidi, sono raffigurate le scene della vita del Santo e della sua spada. Secondo la tradizione, Galgano sarebbe nato nel borgo senese di Chiusdino. Cavaliere appartenente alla piccola nobiltà locale, si convertì alla vita ascetica ed eremitica dopo le visioni dell’Arcangelo Michele, come rappresentato nelle sei scene del Reliquiario. Condusse la sua vita monastica nell’Eremo di Montesiepi, da lui edificato su una collina vicina al luogo dove sarebbe sorta l’Abbazia. Morì, secondo le fonti, il 30 novembre 1181. A Galgano è attribuito nella sua rappresentazione iconografica, il celebre segno della spada conficcata nella roccia che diventa una croce davanti alla quale inginocchiarsi e pregare. La mostra dopo il 18 febbraio si trasferirà a Siena nella Cripta del Duomo e rimarrà aperta fino al 5 novembre 2023.