The Ocean Cleanup
Il “divoratore di rifiuti” che cattura la plastica nel Pacifico
Una buona notizia finalmente rischiara i nostri orizzonti. E anche questa volta il promotore di un’iniziativa innovativa e che ridà speranza al nostro futuro è un giovane, il ricercatore olandese Boyan Slat (oggi ha 25 anni) che da 7 anni sta lavorando a The Ocean Cleanup, il progetto per ripulire gli oceani dalla plastica e restituire all’ambiente marino il suo ecosistema naturale.
Nei nostri oceani si sono accumulate 5 grandi isole di spazzatura, la più grande delle quali è la Great Pacific Garbage Patch, situata tra le Hawaii e la California. Se lasciata in circolazione, la plastica si diffonderà e avrà un impatto drammatico sul nostro habitat, sulla salute e sull’economia. Il grosso problema di queste isole è che non stanno ferme, ma complici le correnti oceaniche che si spostano, si frammentano e si diffondono in tutti i mari con il conseguente contraccolpo sulla fauna e la flora ittica.
Poiché recintare e circoscrivere queste aree sarebbe stata un’impresa titanica e costosissima, serviva un’idea alternativa e più sostenibile, che Boyan Slat ha studiato e sperimentato ideando il System 001/B, un sistema in grado di raccogliere pezzi di detriti di plastica e di reti fantasma, che riesce a catturare anche microplastiche di dimensioni fino a 1 mm, quelle più pericolose, perché se ingerite dai pesci finiscono inevitabilmente nel nostro sistema alimentare.
Il principale problema del System 001/B, una barriera galleggiante progettata per rastrellare rifiuti, era di correggere la differenza di velocità incoerente tra il sistema stesso e la spinta delle correnti della plastica: la coerenza è stata ottenuta rallentando il sistema con un paracadute di ancoraggio in mare, consentendo ai detriti plastici che si muovono più velocemente di galleggiare ed essere catturati. Con il nuovo sistema di pulizia ideato, il System 002, si è riusciti a ottenere un sistema di pulizia su larga scala in grado di trattenere la plastica raccolta per lunghi periodi di tempo e di riportarla a terra per il riciclaggio. La prima nave di The Ocean Cleanup è salpata da San Francisco a inizio settembre e ambisce ad eliminare in cinque anni la metà delle circa 300 mila tonnellate di plastica che inquinano l’Oceano Pacifico.
La tecnologia di System 002 consiste in un sistema di tubi che sfruttano il flusso delle maree e delle correnti per la raccolta della plastica, senza utilizzo di motori o di personale per guidarlo. Il grande braccio galleggiante sta già raccogliendo con successo detriti di ogni genere, dalle reti da pesca alle ruote di automobili, da bottiglie a oggetti di scarto, il che sommato alla riduzione delle fonti sulla terraferma si pone l’obiettivo di liberare l’oceano dalla plastica entro il 2050.
Nel 2015 l’idea del giovane Boyan Slat è stata inserita da Time tra le migliori dell’anno e la rivista Forbes l’ha inserito tra gli under 30 più brillanti del mondo. E noi cosa aspettiamo a riportare a casa i nostri migliori “cervelli” e fare la nostra parte nella lotta all’inquinamento?
Nathalie Anne Dodd