Toccare l’arte grazie al museo tattile
Al Museo Omero di Ancona l’arte è sulla pelle, in un’iniziativa di divulgazione sulla funzione della plastica
È uno tra i pochissimi musei tattili al mondo, il Museo Statale Omero di Ancona, nella sua collocazione all’interno della Mole Vanvitelliana ci propone un nuovo modo di sentire l’arte. Ha ottenuto il riconoscimento di Museo Statale nel 1999. Da allora il Museo Omero rilancia sul piano internazionale il tema della fruizione dell’arte attraverso la multisensorialità.
L’istituto intende far conoscere l’arte dando la possibilità ai visitatori di vedere toccando. Si parte dall’arte greco romana e si arriva al periodo contemporaneo. Ospita sculture, in copia e originali, modellini architettonici e, sino al 31 agosto, oggetti di design nella mostra La cultura della plastica: arte, design, ambiente. Sono copie, riproduzioni da vedere, conoscere e apprendere usando le mani; in una delle sale è da maggio visitabile l’imperdibile esposizione di opere moderne, sono trentadue icone di design come ad esempio il telefono Grillo di Marco Zanusso o la macchina da scrivere Valentine di Ettore Sottsass e Perry A. King, la radio cubo, la poltrona sacco, la moka Bialetti, la Vespa di Piaggio, la sedia Kartell Lou Lou Ghost insomma molti tra gli elementi che hanno rivoluzionato la storia moderna del made in Italy. Organizzati in un percorso che li propone per temi: viaggiare, lavorare, abitare, cucinare e giocare.
Oggetti non richiusi in teche di plexiglass ma esposti nella loro presenza essenziale. Così, liberi di essere toccati, sfiorati, maneggiati, individuati nelle loro forme arrotondate, squadrate o spigolose. Superfici diverse si lasciano intercettare e insieme si percepisce anche l’idea di chi li ha progettati. Netta. Opere che sono diventate memorabili, entrate nella vita e nelle case accalcando emozioni e ricordi nella storia di ognuno e del design e che ora, nel museo Omero di Ancona, pretendono di essere riconosciute, forse conosciute, con un altro senso: il tatto. Lineari o sinuose, sarà quest’altro senso a deciderlo perché sperimentare le forme significa liberarsi e dare centralità a nuovi linguaggi. Un’immersione totale in questa mostra che fatalmente attraversa tutti i cinque sensi, ma che in quest’estate surreale è essenzialmente tattile. È un viaggio esperienziale con tutti i supporti utili alla fruizione da parte di un pubblico con disabilità visiva, uditiva e cognitiva, grazie al Media partner Rai Pubblica Utilità, che ha realizzato video esplicativi in LIS (Lingua dei Segni Italiana) e allo staff del museo Omero che ha prodotto sottotitoli e audio descrizioni di alcuni video, didascalie in Braille e la guida di lettura facilitata alla mostra. Presente anche un tavolo per i più piccoli con giochi in plastica oltre a due postazioni con tavolini e sedie per svolgere attività dedicate alle persone con autismo.
A completare lo studiato percorso di oggetti di uso quotidiano ci sono le parole. E se il museo costituisce certamente un modello di eccellenza nello scenario delle opportunità culturali per non vedenti e ipovedenti è altrettanto vero che una realtà museale vitale come questa ha saputo trasformarsi in attrazione ed oggi è punto di riferimento internazionale nell’educazione estetica. In uno studiato sound i docenti dell’Università Politecnica delle Marche si dispongono a dettagliare le opere mentre curiosità e intelletto si accendono. Così chi ha reso possibile l’opera esposta si dischiude al visitatore attraverso tutti gli altri sensi. Ma resta comunque la pelle, con i suoi potenti recettori, la vera protagonista.
Plastica, ferro, acciaio si propongono a mani curiose e tra le forme degli oggetti che hanno abitato spazi dialogando con i più disparati ambienti, appare la forma di cose disposte tra pagine e pagine di vite normalissime. Ora gli esemplari di design sono in una delle sale settecentesche della Mole ma l’intero museo intende custodire la collezione che documenta in modo organico l’arte plastica e scultorea di tutti i tempi: dalle copie al vero della Grecia classica, di Michelangelo e Canova alle sculture originali della ricca sezione contemporanea con Giorgio De Chirico, Marino Marini, Arturo Martini, Francesco Messina proponendosi come un’enciclopedia tridimensionale di storia dell’arte.
Anna Maria Turra